Come i dazi di Trump influiscono sull’economia (italiana)
dazi 2 aprile 2025

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Lo scopo dichiarato è affrontare i deficit commerciali e rilanciare l'industria manifatturiera statunitense, invocando a tal fine l'International Emergency Economic Powers Act (IEEPA)
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2 aprile 2025

 

Il 2 aprile 2025, il Presidente Donald Trump ha annunciato l’imposizione di nuove tariffe commerciali di vasta portata, definendo tale data “Liberation Day”. Le misure tariffarie presentano una struttura a due livelli: un dazio di base del 10% applicato a quasi tutte le importazioni e dazi “reciproci” più elevati imposti a specifici paesi. Lo scopo dichiarato di questi dazi è affrontare i deficit commerciali e rivitalizzare l’industria manifatturiera statunitense. Si prevedono significative ripercussioni economiche, tra cui potenziali aumenti dei prezzi per i consumatori e reazioni negative a livello internazionale. La scelta del termine “Liberation Day” per descrivere l’introduzione di queste politiche commerciali suggerisce una forte connotazione ideologica, presentandole come un passo necessario per ristabilire l’indipendenza economica americana. Questa retorica potrebbe generare sostegno interno, ma al contempo esacerbare le tensioni con i partner commerciali, i quali potrebbero interpretarla come un’azione unilaterale e aggressiva.

Introduzione

L’amministrazione Trump ha costantemente utilizzato i dazi come strumento chiave della sua politica economica sia durante il suo precedente mandato che in quello attuale. Precedenti imposizioni tariffarie sull’acciaio, sull’alluminio e sui beni cinesi forniscono un contesto per l’annuncio del 2 aprile 2025. I memorandum “America First Trade Policy” e “Reciprocal Trade and Tariffs” avevano già preannunciato questa mossa, evidenziando l’attenzione dell’amministrazione sui deficit commerciali e sulle pratiche commerciali non reciproche. La reiterata applicazione di dazi da parte dell’amministrazione Trump indica un cambiamento fondamentale nella politica commerciale statunitense, allontanandosi dagli accordi multilaterali verso un approccio più unilaterale e protezionistico. Questa tendenza suggerisce che l’annuncio del 2 aprile non è un evento isolato, ma parte di una strategia più ampia. Il presente report si propone di fornire un’analisi dettagliata dei dazi annunciati il 2 aprile 2025, delle loro implicazioni e delle reazioni che hanno suscitato.

Dettagli dei Nuovi Dazi

Dazio di Base

Un dazio di base ad valorem del 10% sarà applicato alle importazioni provenienti da quasi tutti i paesi esteri. La data di entrata in vigore è fissata al 5 aprile 2025, alle ore 00:01 EDT. È importante sottolineare che questo dazio si aggiunge a qualsiasi altro dazio o tariffa esistente. L’ampia applicazione del dazio di base rappresenta una significativa intensificazione del protezionismo commerciale statunitense, che incide su quasi tutti i partner commerciali, indipendentemente dalle loro specifiche pratiche commerciali con gli Stati Uniti. Questa universalità indica un allontanamento da dazi mirati verso una tassa sulle importazioni più generale, suggerendo un obiettivo più ampio che va oltre la semplice risoluzione di specifiche pratiche sleali.

Dazi Reciproci Specifici per Paese

Dazi “reciproci” più elevati e specifici per paese saranno imposti a circa 90 nazioni identificate come quelle con i maggiori deficit commerciali con gli Stati Uniti. Questi dazi entreranno in vigore il 9 aprile 2025, alle ore 00:01 EDT. Le aliquote sono calcolate per essere circa la metà delle aliquote tariffarie che l’amministrazione Trump afferma che questi paesi applicano alle esportazioni statunitensi. La tabella seguente riassume le aliquote tariffarie per alcuni paesi chiave:

Dazi reciproci specifici per paese

Paese

Dazio Reciproco (%)

Cina

34 (totale 54)

Unione Europea

20

Vietnam

46

Taiwan

32

Giappone

24

India

26

Corea del Sud

25

Regno Unito

10

Brasile

10

(Per una lista più completa, si rimanda agli snippet S9, S30, S31, S32). La natura “reciproca” di questi dazi è descritta come “reciproca gentile, non pienamente reciproca”, il che significa che gli Stati Uniti stanno imponendo dazi a circa la metà del tasso che affermano che altri paesi applichino. Questo suggerisce una potenziale strategia per avviare negoziati o evitare ritorsioni immediate e severe, pur segnalando una posizione ferma sui disequilibri commerciali. Il deliberato sotto-allineamento dei dazi statunitensi rispetto a quelli esteri dichiarati potrebbe essere interpretato come una mossa iniziale meno aggressiva in un potenziale conflitto commerciale, lasciando spazio per futuri aggiustamenti e negoziati.

Prodotti interessati

Il dazio di base e i dazi reciproci si applicano alle importazioni di tutti i beni di origine estera, con alcune eccezioni. Le principali categorie di prodotti esenti dai nuovi dazi reciproci includono:

  • Merci già soggette a dazi ai sensi della Sezione 232 su acciaio, alluminio e automobili/parti di automobili.
  • Articoli in rame, prodotti farmaceutici, semiconduttori e legname.
  • Lingotti.
  • Energia e alcuni minerali non disponibili negli Stati Uniti.
  • Merci caricate su una nave e in transito prima della data di entrata in vigore.
  • Importazioni da Bielorussia, Cuba, Corea del Nord e Russia (paesi della Colonna Due).
  • Future merci soggette a dazi ai sensi della Sezione 232.

Si ricorda che un dazio del 25% sulle automobili di fabbricazione estera, precedentemente annunciato, è entrato in vigore il 3 aprile. Per le merci con almeno il 20% di contenuto statunitense, i dazi reciproci si applicheranno solo al contenuto non statunitense. Le esenzioni suggeriscono un approccio strategico, evitando dazi su beni ritenuti essenziali per la sicurezza nazionale (come prodotti farmaceutici e semiconduttori), su quelli già fortemente tassati (acciaio, alluminio, automobili) o su quelli per cui gli Stati Uniti hanno una produzione interna limitata. L’esenzione USMCA per Canada e Messico (condizionata) indica il desiderio di mantenere le relazioni commerciali all’interno del Nord America, sebbene rimangano in vigore i dazi esistenti sulle merci non conformi.

Date di efficacia

Il dazio di base del 10% entra in vigore il 5 aprile 2025. I dazi reciproci più elevati per paesi specifici entrano in vigore il 9 aprile 2025. Il dazio del 25% sulle automobili importate è entrato in vigore il 3 aprile 2025.

Scopo e ragionamento dichiarati

Il Presidente Trump ha dichiarato che i dazi sono necessari per affrontare i grandi e persistenti deficit commerciali annuali degli Stati Uniti, che egli considera una minaccia alla sicurezza nazionale e all’economia. L’amministrazione sostiene che questi deficit sono dovuti a una mancanza di reciprocità nelle relazioni commerciali, a tassi tariffari disparati, a barriere non tariffarie e alle politiche economiche di altri paesi che sopprimono i salari e i consumi interni. L’obiettivo dichiarato è quello di rilanciare l’industria manifatturiera statunitense, riportando posti di lavoro e fabbriche nel paese e raggiungendo l'”indipendenza economica”. Come base giuridica per l’imposizione di questi dazi è stata invocata l’International Emergency Economic Powers Act (IEEPA), citando l’emergenza nazionale dichiarata a causa del deficit commerciale. L’amministrazione intende utilizzare i proventi dei dazi per compensare il debito pubblico statunitense e preparare il terreno per tagli fiscali. L’enfasi sulla “reciprocità” suggerisce il desiderio di esercitare pressione su altri paesi affinché abbassino le loro tariffe e barriere commerciali per allinearle a quelle percepite come inferiori degli Stati Uniti. Questa impostazione cerca di giustificare i dazi come strumento per raggiungere un commercio più equo, piuttosto che come semplice protezionismo.

Analisi dell’impatto economico previsto

Gli economisti prevedono in larga misura che questi dazi porteranno a prezzi più elevati per i consumatori americani, poiché i costi delle importazioni aumenteranno e le aziende trasferiranno tali costi. Si citano esempi specifici di prodotti che probabilmente diventeranno più costosi, come l’elettronica (iPhone, televisori), le automobili, l’abbigliamento, le scarpe e le importazioni alimentari (chicchi di caffè). Si discute anche del potenziale aumento dell’inflazione in tutta l’economia. Le aziende tecnologiche hanno espresso preoccupazioni riguardo all’impatto sulle loro catene di approvvigionamento e sui margini di profitto. L’analisi del Budget Lab dell’Università di Yale stima che i soli dazi del 2 aprile potrebbero comportare una perdita media per famiglia di 2.100 dollari annui e un aumento del livello dei prezzi dell’1,3%. Si segnala anche il potenziale impatto negativo sulla crescita del PIL sia nel breve che nel lungo periodo. Alcuni analisti prevedono che i dazi sulle automobili potrebbero aumentare significativamente i prezzi dei veicoli. Sebbene l’amministrazione Trump affermi che questi dazi porteranno a prezzi al consumo più bassi incoraggiando la produzione interna, il consenso prevalente tra gli economisti è che avranno l’effetto opposto, agendo come una tassa sui consumatori e potenzialmente portando alla stagflazione (crescita lenta e alta inflazione). Questa contraddizione evidenzia le diverse filosofie economiche in gioco.

Impatto sulle relazioni commerciali internazionali

Questi dazi hanno suscitato sgomento, minacce di contromisure e urgenti richieste di ulteriori negoziati da parte di altri paesi. Si menziona la possibilità di una più ampia guerra commerciale globale con ritorsioni crescenti. Alcuni paesi, come l’Unione Europea, hanno già indicato di stare finalizzando contromisure. Si sottolinea il potenziale inasprimento delle relazioni con alleati di lunga data. Cina, Giappone e Corea del Sud starebbero pianificando una risposta congiunta. Le immediate reazioni negative e le minacce di ritorsione da parte di molteplici paesi suggeriscono che questi dazi probabilmente sconvolgeranno significativamente i flussi commerciali globali e creeranno incertezza per le imprese di tutto il mondo. Ciò potrebbe portare a un ciclo di aumenti tariffari reciproci, danneggiando tutte le economie coinvolte.

Opinioni degli esperti

Il report include citazioni e analisi di economisti ed esperti di commercio che esprimono preoccupazioni riguardo agli impatti negativi dei dazi su consumatori, imprese ed economia globale. Si menziona la descrizione di Warren Buffett dei dazi come “un atto di guerra, in una certa misura”. Si evidenzia l’analisi del Cato Institute secondo cui i dazi aumenteranno i prezzi, danneggeranno gli investimenti aziendali e freneranno la crescita economica. Si nota la previsione del FMI di un “impatto negativo significativo” sui paesi soggetti ai dazi. Si discutono le preoccupazioni riguardo a una potenziale recessione nel caso in cui si scateni una vera e propria guerra commerciale. Si menziona la proiezione dello Yale Budget Lab di una ridotta crescita del PIL e di una contrazione economica a lungo termine. Il diffuso scetticismo degli esperti economici sottolinea i rischi associati a questi dazi. I loro avvertimenti su prezzi più alti, crescita ridotta e relazioni internazionali danneggiate forniscono un contrappunto alla visione ottimistica dell’amministrazione.

Relazione con i dazi esistenti

I nuovi dazi interagiscono con i dazi esistenti su specifici paesi e prodotti. È importante sottolineare che i nuovi dazi sono aggiuntivi a quelli esistenti, il che significa che le importazioni saranno soggette sia al dazio universale del 10% che a eventuali dazi preesistenti. Esempi specifici includono:

  • Cina: Il dazio reciproco del 34% si aggiunge all’attuale dazio del 20% sulla maggior parte delle importazioni cinesi, portando a un dazio totale del 54%. Questo si aggiunge ai precedenti dazi della Sezione 301.
  • Canada e Messico: Sebbene esenti dai nuovi dazi reciproci per le merci conformi all’USMCA, rimangono soggetti ai precedenti dazi imposti ai sensi dell’IEEPA relativi al fentanyl e all’immigrazione (25% sulle merci non conformi all’USMCA, 10% sull’energia e la potassa non conformi all’USMCA). Il dazio del 25% sulle importazioni di automobili da questi paesi è entrato in vigore anche il 3 aprile. Rimangono in vigore anche i dazi del 25% su acciaio e alluminio.
  • Acciaio e Alluminio: I dazi del 25% sulle importazioni di acciaio e alluminio rimangono in vigore a livello globale e sono esenti dai nuovi dazi reciproci.
  • Automobili: Il dazio precedentemente annunciato del 25% sulle auto importate è entrato in vigore il 3 aprile ed è anch’esso esente dai nuovi dazi reciproci.

La sovrapposizione di questi nuovi dazi a quelli esistenti, in particolare per la Cina, rappresenta un aumento significativo del costo dei beni importati da queste nazioni. Le esenzioni per i beni già soggetti a dazi ai sensi della Sezione 232 suggeriscono un tentativo di evitare la doppia imposizione in quei settori specifici, mentre i dazi continuativi su Canada e Messico indicano che le tensioni commerciali con questi vicini persistono nonostante l’USMCA.

Comunicati Stampa e dichiarazioni ufficiali

I comunicati stampa e le conferenze stampa della Casa Bianca hanno annunciato i dazi, evidenziando la retorica del Presidente Trump sul “Liberation Day” e sulla riconquista dell’industria americana. Sono stati menzionati gli ordini esecutivi firmati dal Presidente Trump per promulgare i dazi. Si è notato il ruolo della portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt nell’annunciare i dazi e la loro immediata efficacia. È stato evidenziato il coinvolgimento del Segretario al Commercio Howard Lutnick nella presentazione del piano tariffario. Si è sottolineato come il Presidente Trump abbia affermato che i giorni in cui gli Stati Uniti venivano sfruttati sono “finiti”. La comunicazione ufficiale della Casa Bianca utilizza un forte linguaggio nazionalistico e presenta i dazi come un’azione decisiva per proteggere gli interessi americani. L’enfasi sul “Liberation Day” e sulla fine dello sfruttamento suggerisce un tentativo di mobilitare il sostegno interno e proiettare un’immagine di forza sulla scena globale.

Reazioni e contromisure internazionali

Le reazioni da vari paesi e organizzazioni internazionali sono state dettagliate. Sono stati menzionati lo sgomento e le critiche dei leader europei, tra cui la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, il Primo Ministro italiano Giorgia Meloni, il Primo Ministro svedese Ulf Kristersson e il Primo Ministro irlandese Micheal Martin. È stato evidenziato l’impegno del Primo Ministro canadese Mark Carney a contrastare i dazi e proteggere i lavoratori canadesi. Si è notata la dichiarazione del Primo Ministro australiano Anthony Albanese secondo cui i dazi non hanno “alcuna base logica”. È stata discussa la richiesta del ministero del commercio cinese agli Stati Uniti di “cancellare immediatamente” i dazi e la sua minaccia di contromisure. Si è menzionata l’espressione di rammarico del Giappone e la sua considerazione di opzioni di risposta. Si è notata la preparazione da parte dell’UE di una risposta in due fasi, potenzialmente mirata ai servizi digitali statunitensi, ai vini e agli alcolici. È stato evidenziato il voto del Senato che ha respinto il piano di Trump di imporre dazi del 25% sul Canada, indicando una certa opposizione interna. Le diffuse reazioni negative e le contromisure pianificate da parte dei principali partner commerciali indicano un rischio significativo di escalation delle tensioni commerciali e di potenziali guerre commerciali. L’unità tra i leader europei e la risposta coordinata in fase di studio da parte di Cina, Giappone e Corea del Sud suggeriscono una forte opposizione internazionale ai dazi statunitensi.

Esenzioni e casi speciali

Le specifiche esenzioni dai nuovi dazi reciproci sono state dettagliate. È stata ribadita l’esenzione per Canada e Messico per le merci conformi all’USMCA, a condizione che rimangano in vigore gli ordini IEEPA esistenti relativi al fentanyl e all’immigrazione. È stata spiegata la condizione secondo cui, se gli ordini IEEPA esistenti relativi al fentanyl e all’immigrazione venissero revocati, le merci non conformi all’USMCA provenienti da Canada e Messico sarebbero soggette a un dazio reciproco del 12%. Si è notata l’esenzione per specifiche categorie di prodotti come prodotti farmaceutici, semiconduttori, rame e legname, suggerendo un’attenzione volta a evitare interruzioni in questi settori critici. È stata menzionata l’esenzione temporanea per le importazioni di automobili e parti di automobili ai sensi dell’USMCA per consentire l’istituzione di un sistema di tassazione del contenuto non statunitense. È stata evidenziata l’esclusione delle merci già soggette a dazi ai sensi della Sezione 232 (acciaio, alluminio, automobili).

Tabella 3: Sintesi delle Esenzioni dai Dazi Reciproci

Categoria di Esenzione

Descrizione/Condizioni

Merci in transito

Caricate prima della data di entrata in vigore

Sezione 232

Acciaio, alluminio, automobili/parti di automobili già tassati

Prodotti specifici

Rame, prodotti farmaceutici, semiconduttori, legname

Lingotti

Oro e argento

Energia e minerali

Alcuni minerali non disponibili negli Stati Uniti

Paesi “Colonna Due”

Bielorussia, Cuba, Corea del Nord, Russia

Future Sezione 232

Merci che potrebbero essere tassate in futuro

Canada e Messico

Merci conformi all’USMCA (condizionato)

L’esenzione condizionata per Canada e Messico evidenzia la complessa interazione tra il commercio e altri obiettivi politici (come la sicurezza delle frontiere). Le esenzioni mirate per specifici prodotti suggeriscono una consapevolezza del potenziale danno che dazi generalizzati potrebbero infliggere a settori strategicamente importanti.

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