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Cose da sapere sull’insegnante di sostegno

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Insegnante di sostegno

Redazione esterna

Una figura professionale che volge un ruolo chiave nel facilitare i rapporti tra tutti gli attori coinvolti: famiglie, operatori sanitari, dirigenti scolastici

Oggi voglio parlarvi di una figura importantissima nel mondo della scuola: l’insegnante di sostegno. So che molte di voi potrebbero avere domande o dubbi su questo ruolo, quindi ho pensato di condividere con voi alcune informazioni magari funzionali a comprendere meglio questa figura.

Partiamo dalle basi: in Italia, l’insegnante di sostegno non è un semplice assistente, ma un vero e proprio specialista. Per diventarlo, bisogna ottenere un titolo specifico attraverso un percorso chiamato TFA, che è diverso dall’abilitazione all’insegnamento comune. Questo percorso formativo si concentra sulle metodologie e sulle capacità di mediazione didattica, preparando gli insegnanti ad affrontare una varietà di situazioni.

Una cosa interessante è che la specializzazione dell’insegnante di sostegno è polivalente. Cosa significa? Semplicemente che questi insegnanti sono preparati per lavorare con bambini che hanno diverse tipologie di disabilità, che siano sensoriali, visive, uditive o psicofisiche. Questo approccio versatile permette loro di adattarsi alle esigenze di ogni singolo alunno, ma anche di contribuire positivamente all’intera classe.

Ora, c’è un punto importante che vorrei sottolineare: l’inclusione non è responsabilità esclusiva dell’insegnante di sostegno. In realtà, tutti i docenti della classe condividono questa responsabilità. È un principio chiamato “corresponsabilità”, e significa che ogni insegnante deve essere pronto a rispondere ai bisogni educativi di tutti gli alunni, adattando le proprie strategie quando necessario.

L’insegnante di sostegno viene assegnato alla classe dell’alunno con disabilità, ma il suo lavoro va oltre il supporto individuale. Il suo obiettivo è creare un ambiente inclusivo per tutti, lavorando con l’intero gruppo classe. È importante sapere che non dovrebbe essere utilizzato come sostituto in caso di assenza di altri insegnanti, perché il suo ruolo è ben definito e prezioso.

Una cosa che potreste non sapere è che l’insegnante di sostegno ha pari responsabilità rispetto agli altri docenti. Partecipa attivamente alla programmazione educativa e didattica della classe, contribuendo all’elaborazione dei piani educativi sia a livello di classe che di collegio docenti. Non è un ruolo secondario, ma una parte integrante e fondamentale del team educativo.

Vedete, l’insegnante di sostegno non è solo un supporto aggiuntivo, ma arricchisce l’intera funzione docente. La sua competenza si integra con quella degli altri insegnanti, creando un equilibrio tra l’aspetto educativo e quello dell’istruzione. Questo equilibrio è cruciale per garantire un ambiente in cui le relazioni interpersonali sono al centro del processo di inclusione.

Un altro compito importante dell’insegnante di sostegno è quello di supportare i colleghi. Ci possono essere sfide metodologiche e didattiche nell’insegnare a bambini con disabilità, e l’insegnante di sostegno è lì per aiutare a superarle. Questo richiede tatto e capacità di mediazione, basandosi su un rapporto di rispetto e stima reciproca tra colleghi.

Il lavoro di inclusione è un vero e proprio lavoro di squadra, ricordatelo. Tutti i docenti collaborano per adattare il programma e realizzare progetti inclusivi. Questo processo inizia dalla progettazione e continua con la realizzazione del Piano Educativo Individualizzato, o PEI, un documento fondamentale per il percorso educativo dell’alunno con disabilità.

L’insegnante di sostegno ha anche il compito di individuare i bisogni educativi specifici degli alunni. Non si tratta solo di considerare gli aspetti biologici e psicologici, ma anche quelli legati al contesto sociale della scuola. Questo approccio completo è essenziale per valutare efficacemente i processi di inclusione.

Infine, ma non meno importante, l’insegnante di sostegno svolge un ruolo chiave nel facilitare i rapporti tra tutti gli attori coinvolti: famiglie, operatori sanitari, dirigenti scolastici. La sua capacità di favorire la comunicazione e la collaborazione tra questi soggetti è fondamentale per il successo del processo di inclusione.

Già che ci sono, ne apporifitto per augurare a tutte voi (e ai vostri figli) un sereno inizio di nuovo anno scolastico!

Sono Marisa, una lettrice affezionata, docente in pensione.

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