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Quando è una necessità portare il bimbo al micronido
micronido per il nostro bimbo
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OKmamma

Attraverso un approccio graduale, la creazione di routine familiari e un continuo scambio di informazioni, è possibile garantire al bambino una transizione serena e sicura tra la casa e il nido... e noi mamme possiamo andare a lavorare più tranquille.

Settembre è spesso un mese che coincide con grandi cambiamenti

Quando i genitori si trovano a dover conciliare le esigenze lavorative con la cura del proprio bambino, la scelta del micronido diventa quasi inevitabile. Questo passo, spesso necessario, è però accompagnato da una serie di preoccupazioni e domande:
Come vivrà il bambino il distacco?
Sarà in buone mani?
In queste poche righe, esploriamo come affrontare al meglio l’inserimento al micronido, offrendo consigli utili per rendere questo cambiamento più sereno e positivo, sia per il bambino che per i genitori.L’ingresso di un bambino in un micronido è un momento cruciale sia per lui che per i suoi genitori. È un passaggio che richiede delicatezza, pazienza e attenzione, poiché coinvolge profondamente le emozioni del bambino e dei genitori, che devono sentirsi sicuri e fiduciosi nella scelta compiuta. Paola Scalari, psicologa e psicoterapeuta dell’età evolutiva, fornisce una serie di suggerimenti preziosi per rendere questo processo il più sereno possibile, facendo percepire al bambino una continuità tra la famiglia e il nido.

L’inserimento nel micronido deve essere graduale e ben orchestrato, permettendo ai genitori di avvicinare il bambino all’educatrice in modo naturale e rassicurante, come se si trattasse di un’amica preziosa da conoscere insieme. Questo approccio aiuta il bambino a costruire fiducia nell’educatrice osservando la serenità e la tranquillità dei genitori nel relazionarsi con lei. È fondamentale che il piccolo percepisca che l’educatrice è una figura di fiducia, capace di prendersi cura di lui con lo stesso affetto e attenzione della mamma, anche se in un contesto diverso.

Le routine quotidiane, come il momento della pappa, il sonno e il gioco, sono essenziali per il benessere del bambino, poiché nei primi anni di vita ha bisogno di punti di riferimento chiari e costanti. Queste abitudini gli offrono un senso di sicurezza che lo aiuta a gestire il distacco dai genitori. Per questo motivo, è essenziale che ci sia uno scambio continuo di informazioni tra le educatrici e la famiglia. Conoscere dettagli sulla vita quotidiana del bambino permette alle educatrici di riprodurre al nido un ambiente familiare, riducendo così lo stress del bambino e favorendo il suo adattamento.

Già dal primo colloquio con il micronido, è importante che i genitori condividano la storia e le esperienze del bambino, parlando delle sue abitudini e dei suoi ritmi. Questo aiuta le educatrici a comprendere meglio il piccolo e a rispondere alle sue esigenze in modo più mirato. La collaborazione tra genitori ed educatrici non si esaurisce con l’inserimento, ma deve proseguire per tutto il periodo di frequenza, aggiornando costantemente il personale del nido su eventuali cambiamenti o eventi significativi nella vita del bambino. Questo continuo scambio di informazioni è cruciale per mantenere una connessione emotiva tra il nido e la casa, rendendo il bambino più sicuro e sereno.

Preparare il bambino al distacco è un processo che inizia già a casa, ad esempio raccontandogli in anticipo come si svolgerà la sua giornata al nido. Trasformare il racconto in una sorta di fiaba prima di andare a dormire può essere un modo dolce e rassicurante per introdurre il bambino alla nuova routine. Sapere cosa aspettarsi e che la mamma tornerà a prenderlo, permette al bambino di affrontare la giornata con maggiore tranquillità, consapevole che al suo ritorno ci saranno momenti piacevoli da condividere con i genitori.

La separazione mattutina dovrebbe essere dolce e priva di fretta. È comune che alcuni genitori, per evitare il dispiacere del distacco, cerchino di allontanarsi rapidamente dal bambino, ma questa strategia può creare in lui un senso di insicurezza. Un addio sereno e deciso, anche di fronte a un bambino riluttante, è invece il modo migliore per insegnargli ad accettare la separazione come una parte naturale della giornata. Con il tempo, il bambino imparerà che la mamma o il papà torneranno sempre a prenderlo, e accetterà il distacco con maggiore serenità.

Anche il momento in cui i genitori tornano a riprendere il bambino al nido è significativo. Non basta chiedere se ha mangiato o dormito: è importante interessarsi alle attività svolte, ai giochi preferiti e alle interazioni con gli altri bambini. Questo tipo di domande non solo permette ai genitori di entrare in sintonia con le emozioni del bambino, ma contribuisce anche a rafforzare la continuità tra il tempo trascorso al nido e quello passato in famiglia. Il bambino percepirà che mamma e papà sono realmente interessati alla sua giornata e che ciò che accade al nido è parte integrante della sua vita.

Mantenere le promesse fatte al bambino è un altro aspetto fondamentale per costruire un rapporto di fiducia e sicurezza. Se, ad esempio, si promette di passare del tempo insieme ai giardinetti dopo il nido, è importante rispettare questa promessa. Il bambino deve sapere di poter contare sulla parola dei genitori, e questa certezza gli dà la forza per affrontare la giornata con maggiore serenità.

Essere convinti della scelta del micronido è essenziale. I bambini, anche molto piccoli, sono in grado di percepire le emozioni dei genitori. Se mamma e papà sono sereni e hanno fiducia nell’educatrice, anche il bambino affronterà la nuova esperienza con serenità. Al contrario, se i genitori sono ansiosi o diffidenti, il bambino potrebbe avvertire queste emozioni e reagire con maggiore difficoltà al distacco.

Infine, è importante che i genitori evitino di assumere un atteggiamento difensivo nei confronti degli educatori. Spesso, i genitori temono di essere giudicati per le loro scelte o per il loro modo di educare il figlio, ma è importante ricordare che anche gli educatori si trovano nella stessa posizione, consapevoli di essere a loro volta oggetto di valutazione. Superare questa barriera e collaborare apertamente permette di costruire un’alleanza educativa forte e benefica per il bambino.

Bisogna considerare quindi, per concludere, che è normale per un bambino avere comportamenti differenti a casa e al nido. In famiglia, il rapporto è esclusivo e il bambino sa di essere al centro dell’attenzione. Al nido, invece, deve imparare a condividere le attenzioni e a rispettare le regole di una comunità. Questo non solo è normale, ma è anche un’esperienza formativa importante, che lo aiuta a sviluppare competenze sociali e a crescere in modo equilibrato.

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