Come affrontare una malattia grave in famiglia

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La diagnosi di una malattia non è semplice da gestire da chi ne è affetto ma anche dai famigliari, soprattutto se si hanno figli piccoli.
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La conoscenza è il faro che illumina ogni nostro passo.

Una malattia grave, come gestire la situazione se si hanno figli piccoli.

La diagnosi di una malattia grave e/o terminale non è semplice da gestire da chi ne è affetto ma anche dai famigliari. Si tratta della notizia peggiore che si possa ricevere nel corso della vita soprattutto quando si hanno dei figli piccoli.
Entrambi i genitori sono dei punti di riferimento insostituibili ma se si tratta della mamma la situazione per i bambini è ancor più ingiusta e ingestibile.

Come affrontare la malattia quando si hanno dei bambini

Sebbene l’infanzia sia uno stato da preservare, una situazione del genere richiede consapevolezza e informazione dell’intera famiglia.
Se una mamma viene colpita dal cancro, probabilmente il bambino ne constaterà le conseguenze coi propri occhi. La chemioterapia causerebbe indebolimento e perdita dei capelli, cambiamenti impossibili da gestire e tantomeno nascondere. È opportuno parlare coi propri bimbi con chiarezza e senza filtri, semplificando l’argomento. Il consiglio è quello di giungere al fulcro dell’argomento cominciando con degli input che sollecitino il bimbo stesso a dedurre la situazione. Naturalmente se si hanno più figli è opportuno condividere e dividere il carico emozionale tutti assieme. È altresì imprescindibile che entrambi i genitori siano coesi e restino uniti come punto di riferimento dei propri figli.

Come vivere il momento del distacco

Una malattia terminale o grave, come nel caso della sclerosi laterale amiotrofica, comporta un cambio di vita totale che nei primi o negli ultimi tempi, nei casi più gravi, implica non solo un cambiamento fisico ma anche un distacco necessario, più o meno lungo, presso un ospedale. I ricoveri avvengono spesso e come i segni della malattia stessa, vengono percepiti dai bambini in modo doloroso, talvolta difficile da esprimere.

Lo psicologo e la famiglia.

I bambini tendono a somatizzare e il campanello d’allarme di difficoltà nel gestire una notizia infausta, potrebbe manifestarsi con delle nevrosi.
Anche laddove non vi siano segni evidenti, i bambini vivono i traumi in modo amplificato e la figura di uno psicologo potrebbe essere necessaria.

Non solo i medici alleviano la sofferenza; anche la presenza dei famigliari è un ausilio positivo nella vita del malato e dei bimbi. In questi casi l’aiuto dei nonni è fondamentale, purtroppo non sempre questi sono in vita o facilmente raggiungibili. Sicuramente il carico grava sul genitore in salute, raddoppiato poiché vi è la gestione totale di bimbi piccoli. In questo caso è consigliabile la figura di un terapeuta e un aiuto esterno, ad esempio baby sitter o educatori.

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