La lingua a fragola è un segnale
La scarlattina è una malattia infettiva che si presenta con sintomi chiari e spesso improvvisi.
La febbre alta è uno dei primi segni, accompagnata da cefalea, nausea e talvolta vomito. Nel giro di poche ore, il bambino può manifestare un’infiammazione alla gola (faringite), con arrossamento e dolore che rendono difficile deglutire. Un altro segno caratteristico è la “lingua a fragola”, dove la lingua prima si ricopre di una patina bianca, poi, una volta desquamata, appare rossa e con le papille gustative in rilievo.
Tra le 12 e le 48 ore dall’inizio della febbre, compare l’esantema tipico della scarlattina: piccoli puntini rosso scarlatto, vicini tra loro, ma che non si fondono. L’esantema parte dalle ascelle e dall’inguine, estendendosi poi su tutto il corpo. Anche il viso può essere colpito, ma con una particolarità: le guance si arrossano, mentre le aree intorno agli occhi, al naso e alla bocca rimangono libere, creando un effetto “a maschera”.
Fortunatamente, la scarlattina ha una durata relativamente breve, di circa 3-4 giorni, e lascia in alcuni casi la pelle desquamata. Non sono necessari trattamenti particolari per questo sintomo, poiché la pelle torna normale nel giro di pochi giorni.
Diagnosi e Contagio
La diagnosi della scarlattina è abbastanza semplice per un medico o un pediatra, basandosi sui sintomi tipici. Tuttavia, può essere confermata con un tampone faringeo, che individua la presenza dello Streptococco beta-emolitico di gruppo A, oppure attraverso un esame del sangue per misurare il titolo antistreptolisinico.
La malattia si trasmette facilmente per via aerea, attraverso la saliva, starnuti o colpi di tosse di una persona infetta. Il periodo di contagiosità inizia da uno a cinque giorni prima dell’esantema e si prolunga fino a 48 ore dopo l’inizio della terapia antibiotica.
Trattamento e Terapia
Essendo causata da un batterio e non da un virus, la scarlattina può essere trattata con antibiotici, in particolare con le penicilline. Questo tipo di trattamento è molto efficace nel ridurre i sintomi e prevenire complicanze come la febbre reumatica o la glomerulonefrite, che in passato erano più comuni.
Il trattamento deve essere avviato il prima possibile e durare almeno dieci giorni. In caso di allergia alle penicilline, possono essere usate le cefalosporine come seconda opzione, con una durata di 5-6 giorni.
Considerazioni Finali
È importante sapere che la scarlattina non conferisce un’immunità duratura. È possibile contrarre nuovamente l’infezione, sebbene l’esantema compaia solitamente solo la prima volta. Grazie ai progressi nella medicina e all’uso tempestivo degli antibiotici, la scarlattina è oggi una malattia gestibile e ben curabile, con rischi di complicanze molto ridotti.