Cosa si intende per genitorialità ?
Il concetto di genitorialità è in rapida evoluzione, specie negli ultimi anni, in cui si sta guardando alla complessità e alle implicazioni psicologiche del ruolo genitoriale. Mentre in passato si guardava al ruolo più in senso psicopedagogico, ad oggi è chiaro che il rapporto genitore-figlio influenzi gran parte della personalità dell’individuo adulto.
Apprendere l’arte d’essere genitori non è cosa semplice, motivo per cui sempre più persone, negli ultimi anni, stanno guardando a modi nuovi per semplificare la genitorialità. Questo è ancor più impellente quando si abbiano figli piccoli, la cui personalità è ancora soltanto abbozzata e risente in modo diffuso dei feedback ambientali.
Ma quali sono i ruoli di un genitore?
Perché sia chiaro il modo in cui si può semplificare l’assunzione del ruolo, è in primis importante riconoscere e comprendere quali funzioni sono attribuite al “caregiver”, cioè a “colui che si prende cura”. Le funzioni primarie insite al rapporto genitore-figlio potrebbero essere così riassunte:
Una funzione protettiva: consiste nell’offrire cure adeguate ai bisogni del bambino, che in questa fase di vita avverte principalmente il bisogno di sviluppare relazioni di accudimento improntate ad un senso di protezione fisica e di sicurezza;
Una funzione affettiva: parlando tramite le parole di Daniel Stern, psicologo che ha a lungo indagato l’interazione madre-bambino, si tratta dell’utilizzo di un “linguaggio psicologico comune”;
Una funzione regolativa: si tratta di una sorta di “contenimento”, della regolazione degli stati emotivi del bambino, della capacità di dare un significato e un’organizzazione alle sue esperienze;
Una funzione normativa: è quel delicato equilibrio che s’instaura tra aspettative e consapevolezza dei compiti evolutivi. Il caregiver è chiamato a dare limiti e a individuare una cornice, un frame, all’interno del quale si strutturano i comportamenti del bambino.
Una genitorialità semplice: costruire un buon rapporto genitore-figlio
La premessa di base per una genitorialità semplice risiede qui: nella costruzione di un buon rapporto genitori-figli. Ma come fare? Qualunque tipo di interazione, ludica o educativa che sia, deve fondarsi su quattro principi cardine abbastanza semplici da seguire:
– In primo luogo, è importante che i genitori, di comune accordo, abbiano individuato i propri obiettivi educativi a lungo termine. Questa sarà la linea guida di ogni futura interazione, che sarà di conseguenza modulata sulla base delle finalità educative che si sono prefissate;
– Ogni interazione dovrebbe poi essere di qualità: è importante che, in qualunque circostanza, i bambini avvertano l’affetto dei genitori e li riconoscano come un punto di riferimento;
– Immedesimarsi: comprendere cosa pensano e provano i bambini è la base di ogni approccio alla genitorialità che possa definirsi responsivo, empatico e attento ai bisogni dei figli;
– Puntare alla risoluzione dei problemi, evitando gli approcci punitivi.
Evitare le punizioni fisiche
Sono svariate le ricerche che dimostrano quanto, lungi dall’assumere un significato educativo, le punizioni abbiano un impatto negativo sullo sviluppo e la crescita dei bambini. Se da un lato certamente le punizioni indeboliscono il legame genitori-figli, dall’altro compromettono lo stesso sviluppo emotivo dei bambini. Diverse ricerche dimostrano che i bambini che hanno subito punizioni fisiche hanno una maggiore probabilità di sviluppare disturbi psicologici, quali ansia e depressione; sono inoltre emotivamente più instabili e hanno in genere difficoltà a trovare una propria indipendenza.
Trascorrere del tempo di qualità insieme
Per i piccoli non è molto importante la quantità del tempo trascorso insieme, quanto piuttosto la qualità dello stesso. Spesso, a causa di impegni e responsabilità lavorative, è difficile trascorrere molto tempo con i propri figli. Se è vero che si può operare una selezione, ridefinendo i propri impegni e le proprie priorità, è altrettanto vero che bastano piccole cure e momenti insieme per rendere felice un bambino. Che si tratti della lettura della favola della buonanotte, di una chiacchierata sulla sua giornata, di un gioco condiviso o di semplici interazioni affettuose, queste sono tutte azioni cardine di una genitorialità che possa essere definita positiva.
Rispettare le routines
Creare un ambiente strutturato e prevedibile è un buon modo per semplificare l’assunzione del proprio ruolo genitoriale. I bambini necessitano di abitudini e confini chiari, che possano rappresentare in qualche modo delle “basi sicure”. Un ambiente imprevedibile non è controllabile, e genera il rischio di offrire una visione disorganizzata della realtà. Se vissute in modo consapevole, le routines possono essere d’aiuto ai vostri figli ad acquisire autonomie, competenze e un’identità più matura.
Stimolazione e creatività
Offrire diverse occasioni di spunto e di crescita è molto importante per lo sviluppo cognitivo ed emotivo dei bambini, che nelle situazioni nuove ritrovano svariate possibilità di apprendimento. Un’occasione stimolante è rappresentata sicuramente dal gioco, che assolve a diverse funzioni sottese allo sviluppo psicologico del bambino: permette di affinare le capacità motorie e sensoriali, si carica di una funzione sociale e incrementa la fantasia. Particolarmente importante, in tal senso, è il gioco simbolico (o di finzione), una modalità di gioco autonomo che dovrebbe essere incentivata e rispettata. Diversi studi dimostrano infatti quanto sia rilevante, da un punto di vista cognitivo, impegnarsi in un gioco di finzione. Se da un lato permette al bambino di sperimentare ruoli diversi dal suo, dall’altro può essere considerato come il passaggio definitivo ad un pensiero più astratto.
Alcuni consigli
Essere genitore è un’esperienza olistica, che coinvolge ogni ambito di vita e spesso appare difficile da conciliare con le mille e più attività da svolgere ogni giorno. Ma ecco alcuni consigli semplici per un approccio più sereno alla genitorialità:
Pianificare: organizzare la giornata in modo da mantenere una routine regolare per il bambino, prefigurandosi modi e tempi;
Delegare: quando necessario, non c’è nulla di male nel chiedere aiuto a familiari o amici, che possano occasionalmente prendersi cura dei figli;
Mantenere un ordine: se questo vale per l’organizzazione del tempo, è altrettanto vero che una casa ordinata rimanda anche una minore sensazione di stress;
Ritagliare del tempo per sé: bisogna ricordare che, dopotutto, il genitore è soltanto uno dei ruoli che ogni giorno si è chiamati a ricoprire.