Quando la paura fa 90… e anche meno!
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Redazione esterna

Quante volte abbiamo visto i nostri bambini agitarsi la sera prima di un compito in classe?
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La conoscenza è il faro che illumina ogni nostro passo.

Come aiutare i nostri piccoli ad affrontare serenamente le verifiche scolastiche, senza perdere il sorriso. Parola di mamma e maestra.

Care mamme, quante volte abbiamo visto i nostri bambini agitarsi la sera prima di un compito in classe? Magari li abbiamo sorpresi a rigirarsi nel letto, incapaci di prendere sonno, o forse ci hanno confessato di avere “mal di pancia” proprio la mattina della verifica. Non sono capricci: lo stress da compito in classe è una realtà che colpisce moltissimi alunni della scuola primaria, e merita tutta la nostra attenzione.

Mi viene in mente il caso della piccola Sofia, una bambina di terza elementare che seguivo come maestra di sostegno. Il giorno prima della verifica di matematica, sua mamma mi raccontò che aveva passato ore a ripetere le tabelline, fino alle lacrime. Una situazione che probabilmente risulta familiare a molte di voi, vero? Il punto è che questo tipo di stress può trasformare un normale momento di verifica in un’esperienza traumatica.

L’ansia da prestazione nei bambini si manifesta in modi diversi: alcuni diventano irritabili, altri perdono l’appetito, alcuni sviluppano disturbi del sonno. La cosa importante è riconoscere questi segnali e non sottovalutarli. Pensate che secondo recenti studi, circa il 30% degli alunni della primaria sperimenta forme significative di stress durante le verifiche scolastiche.

Un aspetto fondamentale da considerare è che i bambini spesso associano il risultato del compito al loro valore personale. “Se prendo un brutto voto, vuol dire che non valgo niente” – mi disse una volta Marco, un alunno di quinta. È qui che noi adulti dobbiamo intervenire, aiutandoli a separare il loro valore come persone dai risultati scolastici.

La preparazione al compito dovrebbe essere un processo graduale e sereno. Proprio come un atleta non si prepara per le Olimpiadi il giorno prima della gara, anche i nostri bambini hanno bisogno di un percorso di studio regolare e ben distribuito nel tempo. Vi suggerisco di aiutarli a creare un piano di studio settimanale, trasformando la preparazione in una routine piacevole invece che in una corsa contro il tempo.

L’ambiente domestico gioca un ruolo cruciale. Ho notato che i bambini che vivono in famiglie dove i voti non sono l’unica misura del successo tendono a gestire meglio lo stress da compito. Create un’atmosfera dove l’errore è visto come un’opportunità di apprendimento: “Hai sbagliato? Non importa, vediamo insieme cosa non ha funzionato e come migliorare la prossima volta.”

Un trucco che ho sempre consigliato ai genitori è quello di fare delle “prove generali” a casa. Simulate il compito in classe in un ambiente familiare e sicuro, magari cronometrando il tempo come succederebbe a scuola. È un po’ come fare le prove di uno spettacolo teatrale: più si prova, più ci si sente sicuri sul palco!

La comunicazione con gli insegnanti è fondamentale. Se notate che vostro figlio manifesta un’ansia eccessiva, parlatene con le maestre. Spesso possono suggerire strategie personalizzate o adattare le modalità di verifica. Ricordo il caso di Luca, che aveva il terrore delle interrogazioni orali: concordammo con la maestra di iniziare con brevi domande scritte, per poi passare gradualmente all’orale.

Non dimentichiamo l’importanza del supporto emotivo. La sera prima del compito, invece di ripassare fino all’ultimo minuto, dedicate del tempo a un’attività rilassante: una passeggiata, un gioco da tavolo, o semplicemente una chiacchierata serena. Il messaggio deve essere chiaro: “Qualunque cosa accada domani, io sono qui per te.”

E infine, celebriamo i progressi, non solo i risultati. Quando un bambino torna a casa dopo un compito, invece di chiedere subito “Che voto hai preso?”, proviamo con “Come ti sei sentito durante la verifica? Cosa è andato bene?” Questo approccio aiuta a costruire una mentalità positiva e resiliente verso le sfide scolastiche.

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