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Attenzione ai disordini legati alla gravidanza: una corretta anamnesi come parte integrante della valutazione del rischio cardiovascolare nelle donne

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Elisa Stefanati

Il 50% circa della mortalità cardiovascolare è dovuto alla malattia coronarica, mentre l’insufficienza cardiaca contribuisce al 35% della mortalità totale femminile.

Il cuore delle donne è più a rischio: i consigli per salvarlo

Le malattie cardiovascolari rappresentano la principale causa di mortalità nelle donne. Ogni anno muoiono più donne di malattie cardiovascolari che di tumori all’utero o al seno. Il 50% circa della mortalità cardiovascolare è dovuto alla malattia coronarica mentre l’insufficienza cardiaca contribuisce al 35% della mortalità totale femminile. La salute del cuore e dell’intero apparato circolatorio è fondamentale per tutto l’organismo perché il cuore è il motore della vita lavora 24 ore al giorno e si contrae incessantemente pompando il sangue attraverso i vasi sanguigni ed assicurando così a tutte le nostre cellule il loro elemento vitale: l’ossigeno. Sul totale dei decessi che avvengono ogni anno in Italia il 35% è legato a patologie di questa natura come riporta il ministero della Salute. In Europa invece sono oltre 80 milioni le persone affette da malattie cardiovascolari. Il 52% è di sesso femminile il 48% maschile. Si tratta insomma di disturbi tutt’altro che da trascurare.

Diverse sono le cause che possono portare all’insorgenza di tali malattie. Da un lato esistono dei fattori di rischio non modificabili come l’età il sesso e la familiarità. Tra i fattori di rischio tradizionali figurano ipertensione il sovrappeso e l’obesità la storia familiare di patologie cardiovascolari colesterolo alto sedentarietà il fumo di sigaretta il consumo eccessivo di alcolici e il diabete (quest’ultimo determina ad esempio nelle donne un aumento di 3 volte il rischio di andare incontro ad aterosclerosi coronarica con effetti anche fatali). Meno noti sono altri fattori di rischio che aumentano la probabilità di sviluppare malattie cardiovascolari come ad esempio disordini associati alla gravidanza che dovrebbero sempre puntare ad un’accurata anamnesi relativa alla gravidanza come parte integrante della valutazione del rischio cardiovascolare nelle donne.

È evidente anche che condurre uno stile di vita regolare può essere un’arma efficace per contrastare la comparsa o la progressione di malattie cardiovascolari come ischemie infarti e ictus. Conoscere quali sono i comportamenti scorretti e nocivi per la nostra salute può aiutarci molto. Per le persone che invece presentano già tali patologie è fondamentale avere un piano di cura –pensato e concordato con il medico di fiducia – seguire una terapia assumere medicinali e sottoporsi a controlli periodici.

Il ruolo centrale della farmacia nella prevenzione

In tutto ciò la prevenzione ha sempre un ruolo assolutamente centrale e lo è anche il ruolo della farmacia. Qui – come spiegano i farmacisti Luca e Barbara Spagnolo rispettivamente responsabile scientifico e AD di Officina Speziale – ci si può sottoporre ad esami specifici come elettrocardiogrammi analisi del profilo lipidico e glicemico controlli della pressione sanguigna e misurazioni dell’età vascolare.

Il farmacista può individuare alcuni segnali d’allarme captare eventuali problemi e segnalare al paziente il percorso medico da seguire. Sempre in farmacia è possibile trovare anche prodotti a base naturale come il riso rosso fermentato alleato per mantenere nella norma i livelli di colesterolo o il coenzima Q10 la cui assunzione indicano i fratelli Spagnolo “viene spesso proposta contro i problemi cardiovascolari”.

Il ruolo della farmacia è quello di tenere alto il tema della prevenzione informando le persone sui fattori di rischio cardiovascolare ovvero quelle condizioni che aumentano la probabilità di sviluppare una malattia del sistema cardiocircolatorio e di andare incontro a un evento grave come un infarto o un ictus. Esistono fattori di rischio non modificabili come ad esempio:

ETÀ: con l’avanzare dell’età il nostro rischio cardiovascolare aumenta progressivamente.

SESSO: gli uomini sono in generale più a rischio ad ogni età mentre le donne devono prestare particolare attenzione dopo la menopausa.

FAMILIARITÀ: L’attenzione sale se si hanno familiari di primo grado con problemi cardiovascolari

Ma la prevenzione deve intervenire soprattutto sui fattori di rischio modificabili e che possono dipendere dai nostri comportamenti errati.

COLESTEROLO ALTO: cattive abitudini alimentari e sedentarietà incrementano questo valore. I livelli ottimali di colesterolo totale non dovrebbero superare i 200 mg/dl.

FUMO: apporta numerosissimi agenti nocivi e cancerogeni.

IPERTENSIONE ARTERIOSA: così come il colesterolo alto l’ipertensione non dà sintomi ma agendo in tempo e seguendo uno stile di vita adeguato è possibile mantenerla entro valori di normalità. Si considerano valori ottimali valori minori di 120 mmHg per la massima e 80 mmHg per la minima.

DIABETE: Se non tempestivamente e correttamente curato il diabete favorisce l’indurimento delle arterie (aterosclerosi) l’ipertensione e l’ipercolesterolemia e riduce i livelli di colesterolo-HDL incrementando il rischio cardiovascolare.

SEDENTARIETÀ e SOVRAPPESO/OBESITÀ.

Il modo migliore per calcolare la probabilità di avere un evento cardiovascolare “maggiore” (ossia un infarto o un ictus) è riuscire a valutare l’effetto combinato di più fattori di rischio assieme.

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