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Intervista ad Antonella Arpa

È meraviglioso che oggi ognuna di noi possa sentirsi bella senza dover sottostare a canoni imposti. La bellezza sta diventando qualcosa di sempre più soggettivo e valorizzato.
Intervista a Himorta per okmamma
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Himorta è l'idolo di tanti, tantissimi, non solo dei teenager un po' nerd

Antonella Arpa è una content creator, conduttrice e cosplayer italiana. Ha conquistato una community di oltre tre milioni di persone attraverso vari social media (qui Instagram). Nel 2021, pubblica il suo primo fumetto, e da allora è diventata anche speaker radiofonica e conduttrice di eventi legati principalmente al mondo nerd e videoludico. Il suo carisma e la sua energia positiva l’hanno portata a diventare una figura di riferimento per molti appassionati. La sua infanzia, segnata da una spiccata creatività e sensibilità artistica, è stata fondamentale per sviluppare la passione che oggi la contraddistingue.

Ciao Antonella, che piacere parlare con te, mia figlia ti adora. Se sei d’accordo, partirei nel chiederti questo: mi racconti cos’è per te la bellezza?

Ho un rapporto piuttosto complicato con la bellezza. Da un lato mi trasmette serenità e sono molto grata al mio aspetto, ma dall’altro rende piuttosto difficile, soprattutto in una società ancora così machista, ottenere rispetto. Si pensa spesso che la bellezza sia una qualità assoluta, quando in realtà, da sola, è a malapena sufficiente.

Siamo tutte più o meno d’accordo che è oggettivamente vero il fatto che nascere canonicamente belle aiuti, soprattutto tra i 20 e 30 anni. Avere la fortuna di piacere senza ancora aver aperto bocca è un gran bel vantaggio. Che visione hai a tal proposito?

È un vantaggio solo nella fase iniziale, quella della “formazione” del personaggio. Ma col tempo diventa davvero difficile dimostrare quanto vali. Per uno strano associazionismo sociale, se sei bella non puoi avere altre doti o qualità. Quindi, sì, la bellezza può diventare un’arma a doppio taglio.

Antonella Arpa intervista

Come vedi l’evoluzione della rappresentazione femminile negli ultimi anni?

Amo il fatto che si stiano sdoganando sempre di più i canoni estetici anni ’90. Essendo alta 1,63 cm, negli anni passati non avrei mai potuto lavorare nello spettacolo. È meraviglioso che oggi ognuna di noi possa sentirsi bella senza dover sottostare a canoni imposti. La bellezza sta diventando qualcosa di sempre più soggettivo e valorizzato.

Non passa giorno che non si senta parlare di donne vittime di violenza. Come siamo finiti a questo punto? Cosa non è stato fatto?

Negli ultimi 30 anni, la donna è diventata sempre più autonoma. Fino a una generazione fa, dipendeva dal padre o dal marito. Oggi, la maggior parte delle donne è indipendente e non tutti gli uomini riescono ad accettarlo. È per questo che parliamo di femminicidio: è un problema sociale, radicato nel fatto che non si accetta questa autonomia femminile.

Alleggeriamo la conversazione e parliamo di videogiochi. Mio figlio gioca alla PlayStation da quando ha 6 anni, due o tre ore al giorno. Gli esperti dicono che sia diseducativo. Cosa ne pensi?

Assolutamente no. I videogiochi stimolano il multitasking, le competenze linguistiche e la creatività. Alcuni studi dimostrano che i giochi violenti aiutano i ragazzi a sfogare virtualmente la frustrazione. Naturalmente, l’abuso può creare dipendenza, ma se giocano due ore al giorno non c’è nulla di male. Si rilassano e stimolano la fantasia, come andare al cinema.

Antonella Arpa bellissima

Nel mondo del gaming, cosa ti ha ispirato maggiormente?

Amo i giochi di squadra come League of Legends o Valorant. Mi piace contare sugli altri e sapere che loro si affidano a me. In questi giochi, spesso interpreto il ruolo di supporto: sono quella che cura e guida la squadra verso la vittoria.Hai già partecipato a incontri nelle scuole per parlare di gaming? Cosa pensi che le scuole potrebbero fare di più su questo tema?

Le scuole trattano il gaming in modo anacronistico. Ancora si pensa che i giochi violenti attirino persone violente. Le scuole dovrebbero insegnare l’arte del videogioco e sensibilizzare i giovani sulla gestione finanziaria, educandoli a non spendere troppo nei giochi. È essenziale che i genitori controllino costantemente le spese.

Sei una vera artista a 360 gradi. Come vedono i tuoi amici d’infanzia questa tua capacità di adattarti a diversi mezzi espressivi?

Alcuni mi chiamano Benjamin Button! Ho 33 anni, ma mi sento vicina ai giovani. Credo che il segreto sia nei social: sono in contatto con loro ogni giorno. Questo mi permette di non invecchiare mentalmente e di capire i giovani d’oggi.

Qual è il tuo ricordo più remoto dell’infanzia?

Ero una bambina creativa e preferivo giocare da sola. Non amavo stare con gli altri bambini perché non trattavano bene i giochi. Avevo una spiccata sensibilità artistica fin da piccola, e chi non condivideva il mio modo di giocare non era degno di farlo con me.

Himorta intervista esclusiva

Siamo arrivati alla fine, Antonella. Ti va di condividere con noi un sogno che ancora non hai realizzato?

Mi piacerebbe tantissimo condurre un mio programma nerd, che parli di libri, videogiochi, cinema e fumetti. E che mi permetta di continuare a dialogare con i giovani. Questo è il mio sogno!

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